L’identikit delle nuove povertà è molto vario. Comprende stranieri e italiani, giovani e anziani. Terza settimana chiede ai beneficiari di rendersi disponibili per dare una mano nei social market. C’è anche uno spazio con giocattoli per i più bambini e un salotto che diventa un vero presidio sociale
Terza settimana, l’associazione che gestisce anche a Torino questi spazi
riservati a persone in difficoltà economica, nel 2013 ha aiutato 2.174 adulti e
735 bambini. Sarà presente a Fa’ la cosa giusta! il 30 marzo
25 marzo 2014
MILANO – Frutta e verdura fresca, omogeneizzati, pannolini, pasta, passata di pomodoro e olio ma anche latte, biscotti e zucchero. Senza dimenticare saponi e detersivi per la casa, pannolini e omogeneizzati. Sono i prodotti essenziali dei social
market, i supermercati per persone in difficoltà economica. Dopo il negozio in via Leoncavallo, che ha sede in un bene confiscato alla mafia, Milano ne avrà un secondo, in uno spazio di 130 metri quadri in via Sebastiano del Piombo. “Ce l’ha donato la Fondazione Mike Bongiorno, che già aveva regalato all’associazione il furgone con cui si va a prendere ciò che vendiamo”, spiega Federica Balestrieri, giornalista Rai e volontaria di Terza settimana, associazione responsabile dei social market a Milano e a Torino. Balestrieri domenica 30 marzo alle 17 modererà l’incontro “Percorsi di secondo welfare: l’esperienza dei social market come forma di contrasto alla povertà alimentare”, con l’assessore alle Politiche sociali del Comune di Milano Pierfrancesco Majorino. Tema: come le associazioni possono aiutare le politiche sociali delle amministrazioni comunali, senza sostituirsi al pubblico ma semmai colmandone i vuoti. Il principio del social market è quello di dare ai più bisognosi un paniere di prodotti completo a prezzi calmierati. Il costo massimo della spesa è 20 euro, che in alcuni casi viene coperto dalle Caritas. I beneficiari sono segnalati ai responsabili di
Terza settimana dagli stessi servizi sociali del Comune. Ci sono coppie di impiegati che hanno entrambi perso il lavoro, ex panettieri che non riescono più a tirare a fine mese, come insegnanti precari che non riescono più a mantenere tre figli.
L’identikit delle nuove povertà è molto vario. Comprende stranieri e italiani, giovani e anziani. Terza settimana chiede ai beneficiari di rendersi disponibili per dare una mano nei social market. C’è anche uno spazio con giocattoli per i più bambini e un salotto che diventa un vero presidio sociale. Il progetto con la fine di aprile entrerà in una nuova fase: tra i volontari saranno coinvolti anche studenti dell’ultimo anno del liceo che in
questo modo possono aggiungere crediti formativi. In più Terza settimana consegnerà 40 pasti a settimana ad anziani e disabili che non possono raggiungere i negozi.
Nata a Torino, l’esperienza dei social market nel 2013 ha aiutato 2.174 adulti e 735 bambini di età inferiore ai 10 anni, consegnato 76 mila chili di prodotti ortofrutticoli ed erogato 9.735 spese alimentari. “Vorremmo riuscire a raggiungere altre città, ma ci serve una rete di volontari da cui partire”, spiega Balestrieri. Ecco perché Fa’ la cosa giusta! diventa l’occasione per un appello: “Cerchiamo volontari, solo per la il nuovo social market di Milano ce ne servono trenta”, dice Balestrieri. Durante l’incontro alla fiera Terza settimana offrirà una merenda confezionata dai volontari con frutta e verdura del social market, offerta all’associazione da OrtoBra di Torino, grossista che rivende anche a Eataly. Il presidente dell’associazione Terza Settimana, Bruno Ferragatta, sta cercando contatti a Catanzaro e Venezia per aprire social market anche qui.
L’esperienza funziona, serve solo trovare persone che credono nel progetto. (lb)
24/7/2015 Redattore Sociale -© Copyright Redattore Sociale